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CAT_IMG Posted on 10/12/2011, 19:26 by: Alfonso IndelicatoReply
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Sarà per le festività in corso (a proposito, tanti auguri ai cortesi lettori del blog), sarà per altro motivo, ma la discussione sull’argomento all’ordine del giorno sta languendo. Mi permetto dunque di cercare di ravvivarla parlando di un grande personaggio che a mio avviso rientra in modo eminente nel novero di “coloro che volevano la pace” (per usare la bella espressione di Luciano Garibaldi).
Lungi da me l’idea di delineare un excursus, sia pure sintetico, della sua esperienza culturale e politica: non ne avrei né il tempo, né soprattutto la capacità. Mi accontento dunque di rimarcare tre o quattro momenti essenziali della parabola biografica del filosofo di Castelvetrano.
Prima di tutto: Gentile non “nasce” fascista, anzi fino al ’22 non dimostra particolare interesse per questo movimento. In quell’anno viene nominato da Mussolini Ministro della Pubblica Istruzione sulla base del suo cursus honorum accademico, non certo per contiguità ideologica. Si dice che Benedetto Croce, già preposto allo stesso dicastero dal ’20 al ‘21, avesse indicato in Gentile la persona capace di portare a termine quella che poi si chiamò “Riforma Gentile”, e che con più proprietà avrebbe dovuto chiamarsi “Croce-Gentile”, considerata la comunione di intenti che aveva unito i due filosofi in quel breve torno di anni, prima dei pubblici dissapori. Del resto, che il capo del Fascismo avesse una certa propensione a chiamare a compiti di rilievo personaggi provenienti da lidi alquanto lontani dai suoi, è cosa indubitabile. Si pensi ad esempio al prefetto Mori, incaricato di estirpare la mafia dalla Sicilia nel biennio ‘26-‘27. Non tutti sanno che l’eminente funzionario, prefetto di Bologna dal ’21 al ‘22, aveva represso le squadre d’azione fasciste con grande durezza, e si era espresso in termini assai negativi nei confronti del movimento mussoliniano. Evidentemente il futuro Duce aveva apprezzato, nella circostanza, la “professionalità” (così diremmo oggi) dell’alto funzionario.
Ma torniamo a Gentile. Dicevo che il filosofo si iscrive al PNF nel ’23, sospinto più che altro da qual bisogno di ordine e sicurezza sociale che aveva brevemente avvicinato a Mussolini anche Croce e l’anziano Giolitti. Lo stesso “Manifesto degli intellettuali fascisti” del ’25, da lui ispirato, reca tracce di un liberalismo non o non completamente rinnegato (“ … il fascismo aveva contro di sé appunto questo Stato che si diceva liberale; ed era liberale, ma del liberalismo agnostico e abdicatorio, che non conosce se non la libertà esteriore”.) considera il Fascismo quale prosecutore del Risorgimento, nella sua componente monarchica ma soprattutto mazziniana, e infine lo interpreta essenzialmente come nazionalismo e lo vede come fattore di continuità, piuttosto che di novità, rispetto al passato (“Codesta Patria è pure riconsac...

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Giovanni Gentile,
Nazione,
pacificazione,
Patria
Comments: 0 | Views: 104Last Post by: Alfonso Indelicato (10/12/2011, 19:26)
 

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