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CAT_IMG Posted on 21/10/2011, 16:22 by: Alfonso IndelicatoReply
PENSIERO CRITICO O PENSIERO UNICO?

Caro Giuseppe, Baudelaire scriveva che viviamo “in una foresta di simboli”. Io direi invece che viviamo in una “foresta di luoghi comuni”. E i luoghi comuni storici, che cosa sono? Sono interpretazioni sommarie e faziose che vengono ripetute acriticamente da legioni di orecchianti. Qualche esempio? Eccone qualcuno così come mi viene, alla rinfusa. Prendiamo il ‘600: un secolo intero. Dove brillò, lungo quei cento anni, il lume della ragione per tutta l’itala terra? All’interno di tre soli encefali: quello di Galileo, quello di Tommaso Campanella e quello di fra’ Paolo Sarpi. E gli altri milioni di italiani? Servi sciocchi della Chiesa controriformistica e dell’autoritarismo spagnolo, menti ottenebrate dal più gretto conformismo o, tutt’al più, poetastri votati a pastorellerie e altro disimpegno. Meno male che nel secolo successivo, magicamente, quel lume inizia a risplendere, e con esso la Dea Tolleranza. Che poi in nome di quest’ultima, partorita dalla mente del Sig. Voltaire, si consumi il primo genocidio della storia (chiedere ai pronipoti dei Vandeani, se mai ne sopravvivono) bene, questo è un particolare trascurabile. E le stragi di settembre, opera dei rivoluzionari eredi anch’essi del tollerante Arouet? Nient’altro che “eccessi” nel contesto di un processo storico ampiamente positivo e condivisibile. Un giorno uno storico dovrà indicarci “di che lacrime grondi e di che sangue” non lo scettro del principe, ma questo supposto necessario movimento progressivo che anima la storia nel mentre che la redime: con quanti zeri si scrive la cifra complessiva dei morti ammazzati?
Il “secol superbo e sciocco” (come ha scritto un Tale che però sopravvalutava il precedente) dal canto suo origina una vera miniera di “vulgate”. Accenno appena, per carità di Patria e rispetto per il vigente 150°, all’oleografia risorgimentale che divide i contendenti in “buoni” e “cattivi” e impedisce così di riconoscere le ragioni dei vinti e le zone d’ombra, nell’azione dei vincitori, che pure ci furono. Basta: mi fermo per ora alle soglie del ‘900 per non urtare troppe sensibilità, visto che lo scopo di questo blog è la discussione e non la polemica fine a se stessa.
Concludo il pezzettino con la considerazione – ovvia ma anche assai triste – che il luogo maggiormente deputato alle cennate operazioni è la scuola. La scuola che dovrebbe abituare al pensiero critico, è invece l’ambiente dove più pervicacemente si coltiva il pensiero unico, la continua rifrittura di frasi fatte, il rimpallo da una generazione all’altra delle “idées reçues”. Sarà colpa della qualità degli insegnanti? E’ un altro argomento, e magari ne parleremo poi.

Alfonso Indelicato

Edited by Alfonso Indelicato - 13/12/2011, 21:27

Tags:
Pensiero unico
Comments: 0 | Views: 47Last Post by: Alfonso Indelicato (21/10/2011, 16:22)
 

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