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B_NORM    
CAT_IMG Posted on 4/11/2011, 15:37 by: Alfonso IndelicatoReply
Vi parlerò di una figura di italiano che è stata completamente rimossa dalla nostra storia recente. Non se ne parla nei libri di scuola, non se ne parla nei convegni dedicati al Fascismo e alla Liberazione, nessuno ha pensato di dedicargli un film o una fiction televisiva. Sto parlando di Carlo Silvestri, il giornalista che, da accusatore numero uno di Mussolini per il delitto Matteotti, si convinse di avere sbagliato e divenne, durante la RSI, l’animatore della «Croce Rossa Silvestri», che riuscì a sottrarre ai tedeschi diecine di antifascisti destinati a sicura morte.
Carlo Silvestri, milanese purosangue, era nato nel 1893, aveva dunque dieci anni meno di Mussolini, cui lo univano la comune passione per il giornalismo e i comuni ideali socialisti. A soli 17 anni entrò al «Corriere della Sera» di Luigi Albertini, percorrendo una rapida e brillante carriera: inviato speciale, poi capo della redazione romana e quindi giornalista politico numero uno. In questa veste stringe rapporti di amicizia con i grandi nomi del socialismo dell’epoca: da Filippo Turati ad Anna Kuliscioff, da Leonida Bissolati a Claudio Treves fino, ovviamente, a Mussolini, direttore dell’ Avanti! I due condividono la stessa sorte quando prendono entrambi posizione a favore dell’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, e per questa ragione vengono entrambi espulsi dal Partito Socialista.
Partecipano al conflitto come militari ma, alla fine, con la fondazione dei Fasci di Combattimento nel 1919 e poi del Partito Nazionale Fascista, le loro strade si separano. Silvestri, infatti, rimasto fedele al Partito Socialista, non può condividere il clima di guerra civile che si è instaurato tra fascisti e socialisti. Si pronuncia dunque, senza mezzi termini, contro il fascismo.
E’ a questo punto che matura la tragedia di Giacomo Matteotti. In seguito al duro discorso, da lui pronunciato in Parlamento, di denuncia dei brogli che sarebbero stati posti in atto durante le elezioni del 7 aprile 1924, Matteotti entra nel mirino delle frange più estremiste del partito vincitore di quel confronto elettorale, e, la mattina del 10 giugno 1924, viene assalito da una squadra di picchiatori sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, pestato a sangue e poi portato via su un’automobile verso una destinazione ignota. Il suo cadavere verrà trovato qualche tempo dopo, trafitto da una lama di ferro al ventre, sepolto in una fossa improvvisata nel bosco della Quartarella, alla periferia di Roma.
Quel delitto mise in crisi Mussolini e determinò l’abbandono del Parlamento da parte degli «aventiniani» (socialisti e cattolici) che diedero vita ad un Comitato di opposizione presieduto da Alcide De Gasperi. Dal canto suo, Carlo Silvestri diede inizio, dalle colonne de «Il Popolo» - il quotidiano romano di cui era stato nominato vicedirettore dopo avere lasciato il «Corriere della Sera» - ad una durissima campagna personale contro Mussolini, accusandolo, senza mezzi termini, di essere stato il ma...

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Comments: 0 | Views: 331Last Post by: Alfonso Indelicato (4/11/2011, 15:37)
 

B_NORM    
CAT_IMG Posted on 4/11/2011, 15:34 by: Alfonso IndelicatoReply
Prima di tutto il mio ringraziamento ai relatori che hanno accettato l’invito dell’Associazione “Testimoni della Storia” a portare la loro testimonianza a questo convegno. Una testimonianza di primissima mano per almeno due di essi, se pensiamo che Benedetta Borsani e Carlo Alberto Biggini sono i nipoti di due delle più luminose figure di quell’evento che possiamo definire come il nobile tentativo di evitare lo spargimento di sangue che fece seguito alla conclusione, il 25 aprile 1945, della guerra civile sviluppatasi per 18 mesi nelle regioni del Nord Italia. Non è invece il caso di rivolgere un particolare ringraziamento alla professoressa Rossana Mondoni, anche perché, assieme a me, è l’organizzatrice di questo incontro, ma è invece importante ricordare come ella sia figlia di un italiano deportato dai nazisti nel lager di Mauthausen e miracolosamente sopravvissuto. Il mio grazie va invece – anche se un impedimento non gli ha consentito di essere presente – a Ugo Finetti, che avrebbe dovuto venire a parlarci di Corrado Bonfantini e che cercherò io di sostituire leggendovi quanto, a suo tempo, scoprii e scrissi su quella grande figura di socialista, di democratico e di italiano che fu il comandante delle Brigate partigiane “Matteotti” durante la guerra di liberazione. Ce ne fossero stati, come lui, alla testa delle forze partigiane, certamente si sarebbe evitato il mare di sangue che macchiò le strade e le piazze di tutto il Nord Italia all’indomani della Liberazione.
Su questa ecatombe - che certo non ci fa onore, come italiani – sono stati scritti decine di libri, compresi i tre successi di Giampaolo Pansa “Il sangue dei vinti”, “Sconosciuto 1945” e “La grande bugia”. Ma a tutt’oggi non si è giunti a formulare una cifra esatta delle vittime. Ci ha provato la delegazione di Milano dell’Istituto Storico della RSI presieduto dall’ing, Arturo Conti, creando un data-base che viene continuamente aggiornato sul sito www.laltraverità.it. e calcolando in 10.900 le persone uccise tra il 25 aprile e il 31 maggio 1945 nel corso di esecuzioni sommarie, non seguìte, cioè, a sentenze sia pure emesse dai cosiddetti “Tribunali del popolo”. Uno studio di Carlo Simiani, appartenente alla Resistenza, dal titolo “I giustiziati fascisti dell’aprile 1945” fa ammontare le uccisioni a 40 mila, ma effettivamente la cifra appare eccessiva. Nessun dubbio, invece, sui 120 sacerdoti passati per le armi da partigiani o presunti tali dopo la Liberazione, e le cui vicende sono minuziosamente documentate nel libro di Roberto Beretta, giornalista di “Avvenire”, “Storia dei preti uccisi dai partigiani”. Come pure è certo il numero degli sconfitti uccisi a Milano: sono sepolto al Campo 10 del Monumentale e sono 1200. Tra essi, la MOVM e cieco di guerra Carlo Borsani.
Oggi siamo qui per ricordare cinque tra gli italiani migliori di quel periodo così drammatico della nostra storia, cinque protagonisti ingiustamente dim...

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Comments: 0 | Views: 139Last Post by: Alfonso Indelicato (4/11/2011, 15:34)
 

B_NORM  
CAT_IMG Posted on 4/11/2011, 15:28 by: Alfonso IndelicatoReply
Ed ora, terminata la parte introduttiva, veniamo al primo tema di discussione. Quest'ultimo riprende i contenuti di un convegno tenutosi lo scorso 13 ottobre presso lo "Spazio Guicciardini" di Milano, organizzato dal Circolo Europa Duemila e dall'associazione Testimoni della Storia, cui pure AESPI ha prestato informalmente supporto organizzativo. L'evento, intitolato "Milano 1945, per il bene della Patria" affrontava nella sostanza, contestualizzandolo storicamente in uno spazio e in un tempo piuttosto limitati, la tematica che definirei come segue, in forma di proposizione interrogativa (scusandomi per la sua lunghezza): è possibile che uomini appartenenti a prospettive ideologiche assai diverse e fra loro in aspra contraddizione possano trovare un punto di incontro al fine di salvaguardare valori comuni, se questi valori sono la Patria o lo Stato?
Il convegno cui ho accennato forniva al quesito una risposta positiva, anche se non certo positiva erga omnes. Venivano cioè delineate le figure di uomini i quali avevano saputo adottare e mantenere questo atteggiamento sopra le parti negli anni difficilissimi '43-'45, e per di più in un contesto geopolitico come quello di Milano, città in cui immani tensioni si accumulavano e indirizzavano a ben altre disposizioni d'animo e pratiche operative. Si trattò, per non lasciare le cose in enigma, di Carlo Alberto Biggini, Corrado Bonfantini, Carlo Borsani, Concetto Pettinato, Carlo Silvestri.
I primi due interventi che seguiranno sono stati esposti magistralmente, al convegno, dallo storico Luciano Garibaldi, il quale ci onora della sua amicizia e ci autorizza alla loro pubblicazione su Aespiblog. Uno è di natura propedeutica, l'altro è quello dedicato al Silvestri. Seguiranno altri interventi, magari meno caratterizzati dalla professionalità rigorosa di Luciano, ma d'altro canto tendenti ad allargare il nostro discorso ad altri luoghi e altri tempi.

Alfonso Indelicato
Comments: 0 | Views: 52Last Post by: Alfonso Indelicato (4/11/2011, 15:28)
 

B_NORM  
CAT_IMG Posted on 21/10/2011, 16:22 by: Alfonso IndelicatoReply
PENSIERO CRITICO O PENSIERO UNICO?

Caro Giuseppe, Baudelaire scriveva che viviamo “in una foresta di simboli”. Io direi invece che viviamo in una “foresta di luoghi comuni”. E i luoghi comuni storici, che cosa sono? Sono interpretazioni sommarie e faziose che vengono ripetute acriticamente da legioni di orecchianti. Qualche esempio? Eccone qualcuno così come mi viene, alla rinfusa. Prendiamo il ‘600: un secolo intero. Dove brillò, lungo quei cento anni, il lume della ragione per tutta l’itala terra? All’interno di tre soli encefali: quello di Galileo, quello di Tommaso Campanella e quello di fra’ Paolo Sarpi. E gli altri milioni di italiani? Servi sciocchi della Chiesa controriformistica e dell’autoritarismo spagnolo, menti ottenebrate dal più gretto conformismo o, tutt’al più, poetastri votati a pastorellerie e altro disimpegno. Meno male che nel secolo successivo, magicamente, quel lume inizia a risplendere, e con esso la Dea Tolleranza. Che poi in nome di quest’ultima, partorita dalla mente del Sig. Voltaire, si consumi il primo genocidio della storia (chiedere ai pronipoti dei Vandeani, se mai ne sopravvivono) bene, questo è un particolare trascurabile. E le stragi di settembre, opera dei rivoluzionari eredi anch’essi del tollerante Arouet? Nient’altro che “eccessi” nel contesto di un processo storico ampiamente positivo e condivisibile. Un giorno uno storico dovrà indicarci “di che lacrime grondi e di che sangue” non lo scettro del principe, ma questo supposto necessario movimento progressivo che anima la storia nel mentre che la redime: con quanti zeri si scrive la cifra complessiva dei morti ammazzati?
Il “secol superbo e sciocco” (come ha scritto un Tale che però sopravvalutava il precedente) dal canto suo origina una vera miniera di “vulgate”. Accenno appena, per carità di Patria e rispetto per il vigente 150°, all’oleografia risorgimentale che divide i contendenti in “buoni” e “cattivi” e impedisce così di riconoscere le ragioni dei vinti e le zone d’ombra, nell’azione dei vincitori, che pure ci furono. Basta: mi fermo per ora alle soglie del ‘900 per non urtare troppe sensibilità, visto che lo scopo di questo blog è la discussione e non la polemica fine a se stessa.
Concludo il pezzettino con la considerazione – ovvia ma anche assai triste – che il luogo maggiormente deputato alle cennate operazioni è la scuola. La scuola che dovrebbe abituare al pensiero critico, è invece l’ambiente dove più pervicacemente si coltiva il pensiero unico, la continua rifrittura di frasi fatte, il rimpallo da una generazione all’altra delle “idées reçues”. Sarà colpa della qualità degli insegnanti? E’ un altro argomento, e magari ne parleremo poi.

Alfonso Indelicato

Edited by Alfonso Indelicato - 13/12/2011, 21:27

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Pensiero unico
Comments: 0 | Views: 47Last Post by: Alfonso Indelicato (21/10/2011, 16:22)
 

B_NORM    
CAT_IMG Posted on 19/10/2011, 17:10 by: Alfonso IndelicatoReply
L'AESPI è un'associazione professionale di docenti e, in quanto tale, si occupa di tutti gli aspetti e di tutti gli interessi dei docenti. Anche per l'aspetto culturale e didattico essa spazia nei più diversi settori: pertanto questa discussione di storia è solo un primo esempio, al quale abbiamo intenzione di farne seguire altri. Perché iniziare dalla storia? Perché essa ci sembra la disciplina che fa capire (a noi e ai giovani affidati alle nostre cure) le cause che hanno determinato il presente in cui viviamo, soprattutto per quel che riguarda la situazione politica, che tanto ci condiziona e spesso ci sconcerta. Infatti, già in passato l'AESPI ha prestato la massima attenzione agli argomenti storici con corsi, convegni e incontri di vario genere. La storia va distinta da una semplice elencazione cronologica di fatti: essa deve consistere in un'indagine, che arricchisca continuamente la conoscenza delle vicende del passato e le interpreti secondo rapporti di causa e effetto, secondo un metodo critico che non esito a definire "scientifico". Perciò essa si rinnova continuamente: è un approfondimento continuo. La storia che non è critica non è storia: è propaganda o è, nel migliore dei casi, favola o mito. Su nessun argomento la verità dei fatti non può sopportare diverse interpretazioni o dubbi, purché documentati e intelligentemente sostenuti. Non c'è storia senza revisionismo.

Giuseppe Manzoni di Chiosca

Edited by Alfonso Indelicato - 20/10/2011, 16:48
Comments: 1 | Views: 59Last Post by: luciaparisi (7/8/2012, 21:22)
 

B_NORM  
CAT_IMG Posted on 14/10/2011, 17:27 by: Alfonso IndelicatoReply
Questo blog nasce come emanazione dell’Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante.

Si distingue dal sito ufficiale per i suoi contenuti. Mentre il sito dà conto dell’attività associativa (convegni, seminari, tavole rotonde, corsi di aggiornamento e quant’altro) il blog intende essere prettamente luogo di discussione culturale. Gli iscritti dell’AESPI, gli amici e collaboratori e chiunque sia interessato ai temi affrontati, possono intervenire, nelle modalità consuete a questi luoghi virtuali, per commentare gli interventi e manifestare il proprio punto di vista. Garantiamo la libertà di espressione e non ricusiamo gli spunti polemici. In cambio ci aspettiamo da quanti interverranno il requisito della buona educazione. Osservazioni offensive e dichiarazioni grossolanamente apodittiche non saranno accettate.


APPUNTI DI STORIA (DI CONTROSTORIA, FORSE?)

Vorremmo identificare il primo filo conduttore delle discussioni nella cultura storica. Ci piacerebbe che i post affrontassero argomenti sui quali gli studiosi si sono applicati fornendo interpretazioni diverse e talora contrapposte, convinti come siamo che ogni vulgata storica costituisce un “paradigma” (per usare il termine che Kuhn utilizza nella sua celebre storia della scienza) il quale attende di essere modificato e corretto (non necessariamente rovesciato) da altri e diversi apporti interpretativi.

Discuteremo così, senza albagia e senza ostentazione di titoli e competenze, con semplicità ma con l’opportuno rigore, convinti che anche da un ambiente culturale non prettamente accademico (la maggior parte di noi sono docenti di istituti di primo e secondo grado) possano emergere spunti interessanti sia sotto l’aspetto informativo – non disprezziamo affatto le nozioni, pur non essendo nozionisti – che sotto quello più ampio della spiegazione e della valutazione dei fenomeni storici.

Ora mi piacerebbe prendessero la parola gli altri tre conduttori del blog: i cari colleghi ed amici Giuseppe Manzoni di Chiosca, Francesco Menna, Matteo D’Amico.

Alfonso Indelicato

Edited by Alfonso Indelicato - 4/11/2011, 16:16
Comments: 0 | Views: 50Last Post by: Alfonso Indelicato (14/10/2011, 17:27)
 

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